Presentazione del Libro di Mauro Covacich “Sulla Corsa”

presentazione del libro " Sulla Corsa" di Mauro Covacich

David Ciaralli e Mauro Covacich

“Sulla Corsa” l’ultimo libro di Mauro Covacich edito dalla nave di Teseo. Cosa rappresenta il correre, per questo autore, dalla biografia molto particolare? Ce lo siamo fatti raccontare da lui stesso, durante la presentazione dell’opera, nell’ambito della rassegna editoriale on line dell’Università e-campus: “A tu per tu con l’autore”, moderata da David Ciaralli-responsabile ufficio stampa e comunicazione delle relazioni esterne della ginnastica d’Italia nonché giornalista sportivo che, nell’ambito del suo ruolo, ha già seguito tre edizioni olimpiche Pechino, Londra, Rio de Janeiro

Un triestino, insegnante, scrittore…ex maratoneta. La corsa:” un amore di che?”

Cortina-Dobiaco il percorso

“Sulla Corsa” è un libro stilisticamente fatto senza paragrafi e numerazioni, continui flash back, adattato fra il 1976 ed 2019, per dirla in termini tecnici, lunghe e ripetute, frazioni e scatti in avanti, si parla di corsa, dell’atto del correre, partendo da presupposti molto particolari, che l’autore sente l’esigenza di specificare sin da subito: “Nel secondo capitolo del libro racconto la mia ultima gara, come master, che anche se a livello amatoriale specifico che fanno comunque agonismo, dove ero stato accompagnato da mia sorella: la Cortina/ Dobiaco; un percorso stupendo di 30 chilometri fra il Veneto e l’Alto Adige, boschi e catene montuose delle dolomiti fantastiche, all’arrivo dopo tutti quei chilometri, eravamo sfiniti, emaciati, ma io, nonostante la fatica, l’aria stravolta, parlavo con entusiasmo e della gara, e delle persone che avevo accanto. Mia sorella guardandomi fra il perplesso e l’irritato, mi fece la domanda che ha acceso la scintilla : “ma amore di che? perchè?” ed è così che ho scritto questo libro per provare a spiegare e raccontare questo mondo, dal quale per via di un piccolo malanno al cuore -io l’ultima gara l’ho fatta nel 2016 -mi sono per così dire disintossicato da questa passione, che definirei però anche  malattia .Pensare che la stragrande maggioranza delle persone comincia a correre per dimagrire, molti smettono dopo poche settimane, vinti dalla fatica, perché correre è faticoso,  ma per chi continua entra in una dimensione di fanatismo, di superamento dei propri limiti, di sfida con se stessi e dialogo con il proprio corpo”

La corsa è donna: Covavich perchè la corsa per lei è femmina?

Mauro Covacich

 Covavich personalizza talmente l’esperienza del correre che arriva ad affidare alla corsa un genere, ci dice che è donna “è femminile, perché sostanzialmente è fatica, ed in un mondo in cui si fugge e si anestetizza qualsiasi dolore, l’unico retaggio rimasto è quello del parto delle doglie. La corsa è qualcosa dove si prende e non si dà- continua l’ex maratoneta- un mondo dove non c’è fallocrazia, il corridore è quello meno macho  di tutti gli sport, la corsa non è al femminile solo perché le donne partoriscono, una delle ragioni di fascino della corsa è il saper dialogare, negoziare, scendere a patti con lo sforzo, con il dolore, la corsa di resistenza è tale perché non respinge la fatica ma l’accoglie, il maratoneta , sia uomo che donna,  ha imparato ad addomesticare la fatica facendola entrare, il corpo che si fa cavo accogliente, per forza di cose non è fallico, fallico è il calciatore, il tennista che fa punto, la risorsa del maratoneta è proprio l’ accogliere, che è- se ci si pensa- un gesto muliebre, si resiste ad un assedio ad un attacco”

Ma cosa in cosa consiste questa ossessione? Cosa spiega l’autore nel libro?

“Si corre perché si è in guerra e si vorrebbe essere in pace, per un tormento personale, la realtà in cui ti trovi ti dà irrequietezza, io per primo ho cominciato a trovare piacere nella corsa perché sono nevrotico, le persone che restano avvinte alla corsa e la praticano in modo costante, devoto, arrivano a sentire una forma di dipendenza, dimentichi tutte le ragioni inziali e corri per correre, e questo diventa indispensabile”

 Fra Baldini Gruppo 63 e Heile Gebre Selasse

 Ma la corsa per Covacich è stata anche occasione di grandi incontri ed esperienze come quella volta con Heile Gebre Selasse, l’ex mezzofondista e maratoneta etiope, campione olimpico dei 10000 metri piani ad Atlanta 1996 e Sydney 2000. Colui che in carriera ha stabilito 26 record mondiali e vinto 4 campionati mondiali, oltre ai già citati 2 ori olimpici, considerato uno dei più grandi mezzofondisti e fondisti della Storia.

 

Heile Gebre Selasse

“Era da sempre il mio idolo, sono andato ad Addis Abeba per intervistarlo. Sembravamo due vecchi amici grazie alla sua spontaneità coinvolgente. Mi confermò l’incontro senza darmi un appuntamento “tanto qui mi conoscono tutti”, ci volle una settimana solo per fermarlo però poi facemmo un’intervista bellissima, è un piccolo grande uomo, sono stato nella sua palestra è stato molto divertente

 

 

Ed ancora la volta quando Stefano Baldini, la medaglia d’oro in maratona

Stefano Baldini

 ad Atene 2004 gli consegnò un premio per “A Perdifiato” voluto dai vecchi leoni del Gruppo 63 Nanni Balestrini e gli altri, a Reggio Emilia, facendo a Covacich appunto un doppio regalo,  quello del premio e quello di averlo per mano di un campione, ed ancora mille aneddoti sulla maratona di New York, dove sfidi il freddo della grande mela a novembre, e sei convocato alle 6 del mattino, ma nonostante tutto e tutti continui a segnarti di edizione in edizione

E l’inevitabile domanda che abbiamo sentito il bisogno di fargli, vista la sua partecipazione anche a qualche edizione della “Corsa di Miguel”, cosa pensa uno come Mauro Covacich di questo appuntamento annuale?

“La corsa di Miguel, si corre molto vicino a dove abito su lungo Tevere ho corso due edizioni 2008 e 2009 quindi la conosco, è una corsa non competitiva che aveva ed ha questo grandissimo valore: il recupero della memoria, ricordare questo ragazzo scomparso a cui la competizione è dedicata, tutto il mondo dei desaparecidos e della dittatura argentina, quindi tutto un valore simbolico ed anche storico, nel libro, però, purtroppo forse, non c’è nulla di tutto ciò, perché cerco semplicemente di partire da mie esperienze personali ed essere utile agli altri, in questo caso dopo tanti anni di passione per la corsa, mi sono detto di fare il punto della situazione ed essere utile, scrivendo appunto un libro, dopo che per anni la corsa era stata anche spunto per romanzi”

 

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