Miguel abbraccia L’Aquila


Dieci chilometri e cinquecento metri. A L’Aquila. Una città di cui si parla poco, troppo poco. La Corsa di Miguel ci arrivò una domenica di ottobre, precisamente il giorno 18, un freddo cane, pioggia, vento, ma ancora tanti riflettori accesi. Di quel giorno resta soprattutto una parola: silenzio. Chilometri accumulati stando zitti, più che altro guardando il centro storico appena riaperto la città ferita, a tratti squarciata, di una bellezza struggente. C’è una foto, davanti alla stupenda San Bernardino. Un corridore delle Fiamme Gialle che passa fra la chiesa e la città appena sotto, a valle, come rimasta a bocca aperta: resta uno dei simboli di quella giornata.

Poi tornammo e la Corsa di Miguel era diventata anche ufficialmente pure di Miguel. E c’era Pierpaolo, il fratello della triatleta, felice come una Pasqua. Di quella felicità però che diventa a tratti, commozione, magone, voglia di cercare il compagno che ti sta vicino perché hai un disperato bisogno di sentire che non sei solo. Nel 2010, scegliemmo settembre. Il cartello organizzativo era sempre lo stesso: l’Atletica L’Aquila e la Corsa di Miguel e ora pure di Michela. Erano i giorni delle scosse, del centro storico richiuso, ci accolse però il sole che baciava il rosone di Collemaggio, con quel piazzale che deve avere l’atletica nel cuore perché misura proprio come un giro di pista…

Domenica 23 ottobre si correrà ancora per Miguel e per Michela. Per il maratoneta desaparecido e per la ragazza che non poteva fare a meno di interrogare il suo corpo, tutti i giorni, per sport.

Dieci chilometri e 500 metri. Bellissimi. Collemaggio, ma anche il Duomo, San Bernardino, il Castello. E poi, via XX settembre, la Casa dello Studente, il posto che è il simbolo del terremoto del 6 aprile, ancora pieno di tanti perché. E il Ponte Belvedere, un’altra cartolina, un altro punto interrogativo. La Corsa di Miguel e di Michela, però, non sarà una gita turistico-podistica. E’ un modo per guardarsi intorno, per riflettere, ma anche per incontrare lo sguardo di chi quei posti li vive quotidianamente, di chi c’era quella notte, di chi non deve essere lasciato solo. Proprio come Pierpaolo.

Buona Corsa di Miguel e di Michela a tutti.

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