Martin, la protesi rotta e quei 300 metri per Miguel

Martin Sharples fa gli ultimi 300 metri della Corsa di Miguel su una gamba sola

Martin Sharples è un ragazzo argentino che ama giocare a rugby, ma un incidente motociclistico travolge la sua passione. Deve ricominciare. E ricomincia anche con lo sport, in particolare prendendo a correre grazie a una protesi.

Ogni domenica mattina gareggia, il suo coraggio e le sue battaglie per i diritti degli atleti con disabilità fanno il giro di Buenos Aires. Fino a che scopre la storia di Miguel Sanchez, il fondista poeta desaparecido. Per lui quel ricordo diventa una straordinaria fonte di ispirazione che lo porta ad attraversare l’Oceano e a partecipare proprio alla Corsa di Miguel. Pure a Roma conquista i podisti che loaspettano all’arrivo nello stadio Paolo Rosi.

Ma Martin non arriva, passano i minuti e lui non arriva. Gli organizzatori si preoccupano, lo speaker non sa se chiudere il microfono e andare a chiedere notizie.

Succede tutto in un attimo: Martin entra nello stadio e lascia tutti sbigottiti, la sua protesi si è rotta e gli ultimi 300 metri li corre su una gamba sola. I partecipanti ancora rimasti sono inghiottiti dalla commozione: non c’è nessuna medaglia in palio ma quel traguardo vale un oro olimpico. E Martin lo conquista, pensando a Miguel e alla forza che ti può dare il suo ricordo.

Martin Sharples con Ricardo Fernandez, il biografo di Miguel

Per la cronaca, Martin è tornato diverse volte a Roma per correre. Una volta ha incontrato il biografo di Miguel, Ricardo Fernandez. Ed è anche tornato su un campo da rugby per giocare. Sempre con la sagoma di Miguel stampata sulla sua protesi.

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