Gabriella Dorio: un segnale d’oro a quattordici anni

Gabriella Dorio a quattordici anni

Nello sport è successo più di una volta. C’è un momento in cui fra gli addetti ai lavori - giornalisti, tecnici, appassionati - comincia a girare una voce: si parla di un giovane, giovanissimo talento. E si assiste a un frenetico passaparola all’insegna di un pensiero comune: “Occhio, farà strada”. Non sempre alle premesse corrisponde uno sbarco nello sport di vertice. Ma qualche volta succede. E successe anche nel 1971 alla ragazzina della Fiamma che veniva da Vicenza e di cui si dicevano grandi cose.

Le diceva anche lei che sognava a occhi aperti e prenotava con la sfrontatezza dei suoi 14 anni addirittura un futuro da campionessa olimpica. Vanni Loriga, giornalista icona della storia dell’atletica, lo raccontò molti anni dopo. Era accaduto che la stoffa di quella ragazzina gli era stata segnalata da Roberto Vianello, fratello di Raimondo. Con l’invito a raggiungere una domenica di febbraio la pineta di Castelfusano per dare un’occhiata all’astro nascente del mezzofondo femminile. Vanni ci andò e vide Gabriella dominare il cross degli enti di propaganda. Non aveva compiuto ancora 14 anni.

Dorio in compagnia di Rebecca Borga e Daisy Osakue

Quel giorno, con quell’autorevolezza che contrastava con il suo sguardo ancora ragazzino, cominciò il viaggio verso la medaglia d’oro olimpica di 13 anni dopo a Los Angeles sui 1500 metri. Da Castelfusano, quattro mesi dopo, la ragazza tornò a Roma, dove allo stadio dei Marmi vinse una delle gare a cui ha sempre detto di tenere di più: i Giochi della Gioventù (sulla distanza dei 1000 metri). Era nata una stella, che per tanti anni fu protagonista dell’atletica italiana. Da atleta, e non solo, come dimostra questa foto in compagnia di Rebecca Borga e Daisy Osakue.

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