Fanny Blankers-Koen

Fanny Blankers-Koen
La parità di genere sale sul podio olimpico

 

Vietato gareggiare per le donne madri. Una regola non scritta che tuttavia nessuno aveva mai osato trasgredire, fino al coraggio di FANNY BLANKERS-KOEN, simbolo dell’ascesa e dell’affermazione dell’atletica femminile.
Con Fanny Blankers-Koen cade il tabù delle atlete madri. Protagonista di una carriera sportiva di alto livello ed eccezionalmente lunga – partecipò a tre Olimpiadi – ai Giochi Estivi di Londra nel ’48 gareggia mentre è incinta del terzo figlio e vince quattro medaglie d’oro, entrando nella storia dello sport. Impresa che allora però, le valse anche il nomignolo di “casalinga volante” (The Flying Housewife), segno del pregiudizio ancora molto diffuso.
Talento versatile, l’atleta olandese ha stabilito primati in diverse specialità, rivoluzionando un mondo dominato dagli uomini e da pregiudizi che partivano da lontano. Lo stesso Pierre de Coubertin, inventore dei Giochi Olimpici moderni, riteneva che le donne non dovessero aver spazio nelle competizioni. Alla vigilia della prima edizione nel 1896 la proposta venne bocciata.Nata nel 1918, Fanny Blankers-Koen fu molto, e iniziò la sua carriera sportiva alternando la pratica dell’atletica a quella del nuoto. Si concentrò poi sull’atletica a partire dai 17 anni e subito, nel 1935, stabilì il record olandese nella distanza, allora poco praticata, degli 800 m. Dato che alle imminenti Olimpiadi di Berlino del ‘36 tale gara non era prevista, si dedicò subito ad altre specialità. A Berlino, già 18enne, si classificò quinta sia nel salto in alto sia all’interno della staffetta olandese della 4×100. Poi si concentrò soprattutto sulla velocità, e ai campionati europei del 1938 arrivò terza sia nei 100 che nei 200 m.

A questo punto le sue speranze olimpiche erano notevolmente salite, ma la guerra pose fine ai suoi sogni, almeno per il momento. Durante la seconda guerra mondiale, nei Paesi Bassi occupati dai nazisti, le condizioni non erano certo facili. Tuttavia, Fanny Blankers-Koen non solo continuò a gareggiare, ma diede anche alla luce il suo primo figlio, tornando ad allenarsi poche settimane dopo. Fra il ’42 e il ’44 Fanny stabilì nuovi record mondiali negli 80 ostacoli, nel salto in alto e nel salto in lungo, spiazzando i pronostici della stampa olandese, che aveva subito sentenziato la fine di una brillante carriera sportiva a causa della maternità.

Più lunga fu la pausa sul finire della guerra, non solo perché diede alla luce la seconda figlia, ma perché nell’inverno del 1944-45 i nazisti, che ancora occupavano i Paesi Bassi, privarono quasi del tutto la popolazione delle necessarie risorse alimentari. Il primo grande appuntamento del dopoguerra erano i campionati europei ad Oslo, nel 1946. Fanny Blankers-Koen vinse gli 80 ostacoli e, con l’Olanda, la staffetta 4×100. Arrivò inoltre quarta nel salto in lungo, mentre cadde in semifinale nei 100 m.

Con queste credenziali, Fanny era la naturale favorita nelle gare olimpiche del 1948. Tuttavia, molti non le attribuivano il credito ampiamente meritato perché la consideravano in là con gli anni (aveva solo trent’anni, che oggi è un’età assolutamente normale nelle carriere dell’atletica) e soprattutto perché aveva messo al mondo due figli. Già allora, questa era un’affermazione del tutto risibile, visto che ogni volta era tornata alle gare in piena forma.

A Londra fu pienamente all’altezza della sua fama. Vinse agevolmente i 100 m. e ancora di più i 200, mentre dovette combattere per conquistare la sua terza medaglia d’oro individuale, gli 80 ostacoli. Diede poi il contributo determinante alla vittoria dei Paesi Bassi nella staffetta 4×100. Schierata nell’ultima frazione, riuscì a rimontare dalla terza alla prima posizione.

Ripeté poi la sua tripletta individuale ai campionati europei di Bruxelles del 1950, mentre la staffetta di cui faceva parte arrivò seconda. Non fu invece molto fortunata alle successive Olimpiadi del 1952, ma continuò la sua carriera fino al 1955 quando, dando ancora una volta prova della sua versatilità, si ritirò dopo aver vinto il titolo olandese del lancio del peso.

Nel 1999, la IAAF (Federazione Internazionale di Atletica) l’ha nominata “Atleta femminile del secolo”. Scomparsa nel 2004, Fanny (Francine) Blankers-Koen ha contribuito in maniera decisiva alla lunga battaglia per l’uguaglianza di genere, come affermato nell’articolo 23 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

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